Il rosso è il colore della passione, dell’amore, della trasgressione, della violenza e del potere.
Il rosso è un colore ambiguo che può rappresentare sia il buono che il cattivo. Si pensi a titolo esemplificativo alle fiabe: Cappuccetto rosso, in cui questo colore ha valenza positiva e Biancaneve e alla mela rossa in cui invece ha valenza negativa.
Il rosso è sempre stato valorizzato dall’uomo in quanto spiccava rispetto al mondo circostante ed i pigmenti per ricavarlo sono stati trovati subito.
Già nel Neolitico si estrapolava dalla robbia, erba dalle radici tintorie, da alcuni metalli e dall’ocra rossa.
Nella Roma imperiale la cosiddetta “porpora romana” si ricavava dal murice, conchiglia rara e per questo riservata solo all’imperatore ed ai suoi condottieri.
Nel Medioevo, dal momento che le colonie dei murici sulle coste della Palestina e dell’Egitto erano in via di estinzione si dovette ripiegare sul chermes, estratto dall’insetto cocciniglia. Anche se la “chimica del colore rosso” cominciò presto non significa che la raccolta dei materiali e la fabbricazione non fosse laboriosa e costosa ma ne valeva la pena perché il risultato era un colore splendido e resistente.
Nel Medioevo le differenze di rosso erano date dalla materia da cui si ricavava e questo influiva anche sul prezzo e sulla luminosità. La gente più povera portava una colorazione meno splendente mentre la più ricca indossava abiti di un rosso più acceso.
A partire dal XIII secolo il papa ed i cardinali iniziarono a portare il rosso. Nello stesso periodo però sui quadri si dipingevano diavoli rossi e nei romanzi i cavalieri demoniaci erano rossi. Questa ambiguità venne accettata senza problemi.
I riformisti protestanti consideravano il rosso immorale e sinonimo della perversa Roma, di conseguenza per loro era indispensabile che ogni buon cristiano bandisse il colore rosso.
Il rosso tentatore è dunque, un retaggio della riforma protestante e trae la sua origine dal passo dell’apocalisse in cui si narra della famosa prostituta di Babilonia che, vestita di rosso, cavalca una bestia emersa dalle acque del mare.
I riformatori protestanti vanno oltre e la associano alla Roma dei Papi vestiti di rosso e, nel tentativo di cacciarli dal tempio, bandiscono il rosso dall’abbigliamento; questo ha una conseguenza: dal XVI secolo i maschi non vestono più in rosso, colore tradizionale del potere, e iniziano a vestire di blu, mentre le donne, che tradizionalmente indossavano abiti del colore del manto della Madonna, iniziano a vestirsi di rosso, colore che fino al XIX secolo sarà anche quello del tradizionale abito da sposa, come simbolo dell’amore divino.
Il rosso mantiene nei secoli il duplice significato di amore divino e al contempo vi era l’obbligo per le prostitute di portare un copricapo rosso, come simbolo dell’amore carnale, che le rendeva facilmente identificabili in strada. Non va dimenticata l’usanza di porre delle lanterne rosse sulla porta dei bordelli, da cui la denominazione di “quartiere a luci rosse”.
Il rosso diventò anche il colore della toga dei giudici, dei guanti e del cappuccio del boia.
Il rosso ha sempre rappresentato il colore della guerra e fino al XIX secolo molte uniformi militari erano rosse.
Nell’Antica Cina era il colore sacro della dinastia Chou (1050-256 a.C.) ed allora come in epoche successive fu il colore simbolo di felicità e di vitalità. Oggi in Cina è un colore portafortuna e nell’ambito del significato dei colori il rosso viene associato alla gioia e alla ricchezza.
Il rosso è il colore degli estremi, è il colore della passione, dell’amore, della seduzione, della violenza, del pericolo, della rabbia e dell’avventura. La maggior parte di questo simbolismo odierno trae origine delle sue associazioni nel passato: per i nostri antenati il rosso, colore del fuoco e del sangue, simboleggiava le forze vitali primordiali.
Sono molti i miti antichi che collegano il rosso all’origine della vita: è il colore del sangue che scorre nell’organismo e del sangue che gli dei avevano sparso sulla terra al quale si riconducevano le origini stesse dell’uomo. Lo stesso nome di Adamo, capostipite della razza umana secondo la religione cattolica, significa rosso e vivente. E’ dall’idea di “sangue che dava la vita” che discesero i riti sacrificali della fertilità, sostituiti nel tempo con oggetti sacrificali rossi, quali i vasi rosso sangue di bue che i cinesi offrivano ai defunti come promessa di una nuova vita.
Il potere del rosso venne assegnato per trasposizione a tutti gli oggetti dello stesso colore fino ad arrivare a diventare il simbolo stesso del potere: fu, infatti, il colore della regalità per molti secoli. I mantelli dei generali romani, dei re e dei sacerdoti erano di colore rosso porpora. Ancora oggi il rosso rappresenta il potere e la regalità e si stende un tappeto rosso in segno di benvenuto per accogliere le celebrità.
Il rosso era un colore magico e religioso. Era il simbolo del supereroe nella civiltà greca e della crocefissione in quella cristiana. E’ ancora oggi il colore della Pentecoste, una delle maggiori festività cristiane e simboleggia per la Chiesa romana il sangue dei martiri e il colore della fiammella dello Spirito Santo. Nel Medioevo, in questo giorno, chiesa e città venivano addobbate di rosso e le donne vestivano i loro capi più belli, che in quest’epoca erano rossi. Il rosso sangue è simbolo di vita dunque, ma diventa simbolo di morte quando viene sparso sul campo di battaglia.
Il dualismo nelle attribuzioni di significato ai colori dipende dai contesti culturali e dai momenti storici, ma anche da interpretazioni personali. Il rosso è ora impeto sessuale ora furore nella rivoluzione, è amore ed è guerra, è il colore del cuore ed è quello di Marte dio della guerra.
La semantica del rosso va oltre la percezione fisica della colorazione di un oggetto e riempie il nome del colore di significati soggettivi, si diventa “rossi di rabbia”, ma anche per la vergogna o per la timidezza, e sicuramente quando si “vede rosso” non è per un difetto della vista, ma perché si prova una forte animosità.
Non desta sorpresa il fatto che il rosso sia uno dei colori più usati nelle strategie di comunicazione visiva. Strategie che per similitudine possiamo ricondurre alle strategie di comunicazione naturale.
In natura i colori hanno funzione di richiamo, avvertimento od occultamento; si pensi ad esempio ai colori saturi dei fiori che hanno la funzione di richiamare gli insetti per l’impollinazione, al mimetismo di alcune specie, o al colore rosso del serpente corallo che ha funzione di avvertimento.
Anche convenzionalmente al rosso viene attribuito il significato di allarme proprio per questa sua intrinseca capacità di attirare l’attenzione esattamente come avviene in natura, ed è per questo usato nei segnali stradali di segnaletica di tutto il mondo, di espulsione dal campo da gioco (il cartellino rosso mostrato dall’arbitro), di scarsità di carburante nelle auto, di acqua calda nei rubinetti, di tensione negli interruttori elettrici.
Il rosso è anche uno dei colori più utilizzati per le pubblicità e per il packaging dei prodotti. E’ un colore che attira l’attenzione, scelto dai brand monolitici come Coca-Cola e McDonald. E’ un colore che dà una sensazione di energia, di azione e dinamismo, di estroversione, si pensi alla Ferrari in Formula 1. Non a caso per gli spot televisivi di utilitarie vengono scelte auto di colore rosso. Negli anni Settanta, in Francia, il binomio rosso-velocità giustificò la scelta delle società assicurative di far pagare un premio più alto ai possessori di auto rosse, adducendo a motivazione il fatto che le auto rosse erano scelte dai giovani perché percepite veloci, ovvero da persone che rimangono coinvolte in incidenti con una frequenza più alta rispetto alla media.
Il rosso assume significati diversi in base alla cultura di riferimento; in Sud Africa il rosso simboleggia il lutto, mentre in Nepal e in India è un colore propiziatorio, infatti le spose vestono di rosso. Anche in Cina il rosso è il colore più amato, il Drago Rosso simboleggia prosperità e felicità.
Gli affari seguono la stessa simbologia cromatica, nei mercati azionari orientali, il rosso viene usato per identificare un rialzo delle quotazioni, al contrario in Occidente, con il rosso si indicano le perdite finanziarie.
In Europa, i capi d’abbigliamento rossi hanno sempre simboleggiato tentazione, trasgressione, qualcosa che andava contro il “buon costume” e che quindi tradizionalmente non si indossano se non in occasioni mondane.
In molti paesi occidentali, il rosso è il colore che rappresenta la mascolinità ed è anche il colore dei luoghi del sesso e della pornografia che vengono definiti “a luci rosse”, mentre in molte regioni africane è il colore della blasfemia e della morte, mentre in Giappone ha significato di rabbia e pericolo, ma i bambini giapponesi usato il rosso per disegnare il sole. Nei paesi arabi il gradimento del rosso può essere diverso tra maschio e femmina: nell’abbigliamento il rosso è un colore ricercatissimo dalle donne, ma completamente rifiutato dagli uomini.
Infine, particolare menzione merita il rosso porpora, il quale, per la difficoltà e l’alto costo di produzione, è da sempre emblema di regalità e potenza. Dai greci, la porpora veniva utilizzata per creare pregiati capi d’abbigliamento ed esclusivi tendaggi mentre nella Roma antica, essa era prerogativa esclusiva dei generali trionfanti, degli imperatori e dei magistrati, tanto che il codice di Giustiniano condannava a morte chi acquistava o vendeva stoffe di questo colore.