Il marrone è il colore dell’autunno, della natura e della povertà.
Il marrone viene considerato una variante di uno dei colori dello spettro del visibile ossia dell’arancione. Infatti, la composizione spettrale di un arancione e di un marrone talvolta può essere la stessa sia con uno spettro monocromatico che con uno con più componenti. In entrambi i casi se diminuiamo l’intensità delle componenti senza variare la saturazione e la tinta, l’arancione diventa marrone.
Il marrone è assente nell’arcobaleno in quanto non è possibile regolare l’intensità della luce solare responsabile di questo fenomeno ed al suo posto è invece presente l’arancione.
Nella teoria dei colori il marrone si ottiene miscelando il giallo ed il rosso (l’unione di questi due colori primari produce l’arancione) con il blu o con il nero, le quantità variabili d’ognuno di questi colori che lo originano ne conferisce le diverse sfumature.
Il marrone viene associato alla terra, al fango, alla sporcizia, alla protezione, al nido, alla casa, al ritegno, al tronco d’albero, alla materialità, alla semplicità, alla terracotta, alla materia, alla comodità, alla povertà ed all’infelicità.
Nel Cristianesimo è associato alla rinuncia dei beni materiali ed infatti è indossato da molti ordini di monaci e di preti.
Con il significato biblico negativo viene collegato al fumo del fuoco di Sodoma e Gomorra e quindi anche al diavolo.
In Etiopia rappresenta il lutto, in Cina simboleggia il passato.
Da una ricerca sociologica è emerso che il marrone sia uno dei colori meno amati dalle persone.
Nel neuromarketing il marrone simboleggia autenticità, qualità, naturalità e semplicità tant’è che viene usato soprattutto nei packaging delle merci di prodotti alimentari o di antiquariato.
È dimostrato che il marrone evochi per lo più associazioni con il legno, il che contribuisce a dare un senso di conforto e di rassicurazione. Il legno naturale (sulle pareti o nell’arredamento) è consigliabile nei ristoranti perché stimola l’appetito e suggerisce alta qualità e genuinità dei piatti ed è indicato anche per l’arredamento delle cucine in quanto stimola il desiderio di cucinare.
È consigliabile tinteggiare con questo colore le pareti dei negozi di antiquariato, dei calzolai e dei negozi d’alimentari, tanto più i cioccolatai in quanto evoca il colore del cioccolato. È sconsigliabile usarlo come tinta per pareti nelle toilette, nelle sale da bagno e nelle cucine in quanto susciterebbe una sensazione di sporcizia.
Il marrone abbonda in natura, infatti è il colore dei terreni, dei tronchi degli alberi e così via ma è considerato una mezza tinta.
Il marrone, in particolare nel Medioevo, si ricavava da elementi naturali soprattutto da piante come l’ontano comune, il catecù (un’acacia), il noce comune, l’henné, il salice rosso, il nocciolo e la piantaggine.
Il termine “marrone” venne coniato nel XVIII secolo e deriva dal nome di un frutto, una grossa castagna, a sua volta comparsa nel XVI secolo e di etimologia incerta.
Da qualche decennio, soprattutto nella lingua parlata, si suole usare “bruno” come sinonimo, derivante dal germanico “braun”, il colore del manto dell’orso. Tuttavia, il marrone non è identico al bruno e sembra anche meno neutro perché più tendente al bruno rossastro e quindi più caldo.
Nella tradizione pittorica italiana è raro che si usi il termine marrone ma solitamente ci si riferisce ai bruni e alle terre come “Bruno di Marte”, “Bruno Vibert”, “Bruno Van Dyck”, “Terra di Siena”, “Terra d’ombra”, e così via. Al giorno d’oggi, soprattutto nella lingua scritta, quando si cerca di usare un linguaggio più sofisticato è consuetudine utilizzare sinonimi di marrone, termini più ricercati ma non cromaticamente precisi come bruno rossiccio, mogano, caramello e cioccolato (che in realtà può essere anche nero o bianco ma che convenzionalmente richiama al marrone).
Da quando le SA, le squadre d’assalto primo gruppo paramilitare del Partito Nazista, adottarono il marrone per la loro divisa, questo colore divenne sinonimo di nazionalsocialismo del Reich tedesco e di altre associazioni di tipo analogo che evocano violenza e brutalità