“Ogni volta che si entra nella piazza ci si trova in mezzo ad un dialogo”
Italo Calvino
Le piazze sono un aspetto architettonico importante e caratteristico di ogni città. Piccole, grandi, con o senza portici; con monumenti, palazzi o chiese sono il luogo del ritrovo, del passeggiare, dell’incontro. Punto di riferimento per le persone, spesso anche fulcro di movida o di incontri culturali.
Piazza deriva dal latino “platea” che indica un luogo teatrale per eccellenza. La piazza diventa quindi il luogo dove converge la comunità nei momenti focali del suo divenire, nelle feste che scandiscono il ciclo del tempo e del calendario.
Le antiche piazze, Agorà Greca e Foro Romano, erano i centri della vita civile, commerciale e religiosa, luoghi di costruzione dell’identità comunitaria.
La piazza può essere considerata da molti punti di vista: come luogo di costruzione di una comunità nell’antichità, cuore della vita civile, religiosa e commerciale; come luogo di punizione nel Medioevo; la piazza politica come strumento di protesta e di manifestazioni politico-sociali; la piazza ludica come scenografia per eventi culturali; la piazza “dell’abbraccio” come strumento di comunicazione religiosa; la nascita di una nuova piazza, virtuale, grazie allo sviluppo delle nuove tecnologie.
Dal punto di vista storico le piazze delle città italiane sono i luoghi privilegiati dello sviluppo urbano di un dato centro, dal punto di vista urbanistico, economico, sociale, funzionale. La piazza è infatti uno spazio d’uso pubblico di significativa qualità architettonica e urbanistica, centro di convergenza o baricentro di un determinato territorio.
La piazza centrale o il sistema di piazze che costituiscono il cuore della città e il luogo in cui si raccolgono le istituzioni pubbliche civili e religiose. E’ il luogo di riunioni, di spettacoli, di cerimonie, di processioni; luogo di scambio di attività commerciali, di contatto con il mondo esterno, di informazione.
Un tempo la piazza era il nodo e il fulcro di molte attività, di comunicazione, di scambio commerciale. L’espressione “Andare in piazza” ha in sé il significato di confronto e di convergenza con il centro. In piazza avvengono incontri, si apprendono notizie, informazioni, si scambiano chiacchiere. La piazza è anche un luogo sociale. Pensiamo al concetto e al significato greco di “agorà” che indicava la piazza principale della polis, centro di attività commerciali, culturali e di scambio.
Attualmente la piazza non ha perso la sua centralità comunicativa resta sempre il punto di riferimento e di convergenza. Una memoria storica e culturale che esercita una forte attrazione anche dal punto di vista architettonico e dello spazio.
La piazza è un dialogo, riprendendo Italo Calvino, perché è il luogo in cui ogni individuo si affaccia alla dimensione pubblica, è lo spazio-tempo della condivisione, dello stare insieme, ambito privilegiato di chiacchiere e microcomunicazioni, luogo della protesta ma anche luogo della festa.
Perché l’uomo ha bisogno della piazza?
Perché è il luogo privilegiato dell’opinione pubblica, il vero “crocevia dell’opinione”.
Si può ipotizzare che ogni piazza gremita di gente sia un mezzo attraverso cui si comunica: la piazza, essendo un mezzo familiare e amato, può diventare di volta in volta messaggio politico, ludico, culturale, religioso.
Pensiamo a tutto ciò che si affaccia o avviene su una piazza: caffè e le osterie, luoghi di ritrovo e di scambio di opinioni; chiese e ai sagrati; bande musicali, musica di piazza; all’uso della piazza per gli eventi militari come le parate, ed avremo la nostra risposta. Inoltre, la piazza è un mezzo familiare, accessibile a tutti; è anche un mezzo per esprimere le proprie insoddisfazioni.
Vorrei focalizzare l’attenzione su un diverso tipo di piazza, la “Piazza Virtuale”, luogo di incontro tra gli utenti di internet, in cui, viene meno la comunicazione non verbale, essenziale in un dialogo tra comunicanti.
Si aprono nuovi scenari nella comunicazione contemporanea che fanno nascere importanti interrogativi.
Le Piazze Virtuali sostituiranno i luoghi di circolazione delle opinioni, dell’incontro e dello scambio?
È possibile trasmettere un messaggio in modo completo senza i tipici indizi non verbali, uno sguardo, un sorriso, la vicinanza spaziale?
Cosa ci riserveranno i nuovi legami delle comunità virtuali che nascono nella rete?
La piazza in futuro sarà ancora luogo di aggregazione o circoleranno solo alter ego virtuali che si incontreranno in un punto o nell’altro del cyberspazio?
Le emozioni derivanti da uno sguardo potranno mai essere sostituite?
Vedremo cosa ci riserverà il futuro!