D’istinto verrebbe da rispondere nero, ma il semplice fatto che la domanda sia posta al plurale dovrebbe far pensare a una molteplicità di tinte, a seconda delle epoche e delle latitudini.
E’ probabile che il primo colore funebre sia stato il rosso. Nella preistoria era uso dipingere le spoglie con terra rossa, forse nell’intenzione di trasmettere al defunto l’energia vitale associata al sangue.
Anche presso gli Egizi e i Romani il rosso era il colore associato alla morte.
La scelta del colore scuro per i funerali risale agli antichi Romani: alle cerimonie funebri anche i più ricchi indossavano la toga pulla, una stola disadorna di colore grigio o marrone. La scelta era imposta da leggi che, nel tentativo di contenere gli sprechi durante queste cerimonie, proibivano l’uso di tessuti troppo preziosi.
Nel Medioevo, però, l’usanza romana fu dimenticata.
Nell’antico Egitto il sarcofago era rivestito da teli rossi, e “arrossire” voleva dire “morire”. Nell’antica Roma al defunto si facevano indossare abiti rossi.
Con l’avvento del Cristianesimo in Occidente il colore del lutto divenne il nero. Neri gli abiti dei parenti del defunto, neri gli addobbi, neri i paramenti del sacerdote.
In certe Regioni italiane, soprattutto al Sud, c’era addirittura l’uso di dipingere di nero alcuni mobili della casa, oppure porte e finestre.
Abiti neri caratterizzavano il periodo di lutto, che poteva essere più o meno lungo in relazione a quanto era stretta la parentela col defunto. Il fatto che man mano gli abiti neri scomparissero, sostituiti da altri di colori tenui e comunque mai sgargianti, faceva capire quanto tempo fosse trascorso dalla dipartita del parente.
In ambito cristiano anche il viola è un colore del lutto: oltre che in Avvento e in Quaresima, i sacerdoti vestono paramenti viola quando celebrano i funerali e alla ricorrenza della Commemorazione dei Defunti.
Va inoltre annotato che, nella liturgia ambrosiana, il viola è sostituito dal morello, un viola di tonalità più scura che ricorda quello delle more.
Nella simbologia orientale il colore del lutto è invece il bianco. Si usa in Cina e anche in Giappone, dove tuttavia si è diffuso anche l’uso occidentale del nero. Per questa ragione il kouden, cioè il sacchetto per raccogliere le offerte durante le funzioni funebri, ha un cordoncino nero e uno bianco.
In Cina l’avversione per il bianco è ancora ben radicata: non bisogna mai usarlo durante le feste, né usare carta bianca per impacchettare i regali.
Il bianco è anche un colore del lutto nel mondo islamico, perché è il colore del sudario.
Anche se l’uso è ormai tramontato, pure il giallo è un colore associato al lutto. A questo proposito si ricorda un evento storico importante: quando in Inghilterra morì l’ex regina Caterina d’Aragona, il re Enrico VIII e la regina Anna Bolena vestirono abiti gialli perché quel colore, all’epoca, era collegato al lutto in Spagna, terra d’origine della defunta.