PSICO DESIGN | I colori

I colori ci circondano, tutto intorno a noi è colore, ogni cosa che arriva ai nostri occhi, tranne che in alcune patologie, ha un colore.

Il colore è nel nostro linguaggio, è intimamente connesso con i sentimenti ed è in strettissimo rapporto con il linguaggio quotidiano convenzionale o con i nostri toni emotivi.  Le espressioni: “Verde speranza”, “Nero come la pece”, “E’ una giornata Grigia come il fumo di Londra”, “La vita non è mica rosa…”, “Vedo rosso”, danno una chiara indicazione di come i colori siano associati a stati d’animo, ad emozioni, e quindi come i nostri stati d’animo si tingano di colore quando cerchiamo di verbalizzarli.

Attrazione e repulsione nei confronti di un determinato colore è riconducibile ad un particolare stato psico-fisico ed emozionale che ogni colore genera in noi. Le preferenze e le reazioni che i colori provocano in noi cambiano da persona a persona e in vari momenti nella stessa persona.

I colori sono il risultato di un processo chimico: la percezione della luce riflessa da un qualsiasi corpo che varia per lunghezza d’onda. Questa definizione, seppur vera, toglie ogni poesia ai colori ma la psicologia ci insegna che alla percezione segue l’innesco di una serie di sensazioni e ricordi più o meno piacevoli che sortiscono vari effetti, ad esempio sull’umore, sul ciclo sonno-veglia, sulla concentrazione, sul rilassamento.

Come fanno i colori ad influenzarci tanto da riuscire a cambiare il nostro stato d’animo e persino il nostro stato fisico? 

Quando uno stimolo luminoso colpisce il nostro occhio l’informazione prosegue verso il cervello e da lì raggiunge aree differenti. L’area linguistica che ci fa dire: “E’ rosso!” o verde, o blu. I centri associativi che li collegano a ricordi, pensieri, emozioni e i centri vegetativi che reagiscono allo stimolo e inviano segnali al corpo. 

E’ in questo modo che i colori ci influenzano; non solo i colori che vediamo, ma anche quelli che immaginiamo, sono in grado di suscitare in noi delle reazioni fisiche, emotive e mentali. 

I colori, dunque, eccitano, calmano, risvegliano, rilassano e stimolano.

Il nostro occhio “non” registra tutte le lunghezze d’onda ma solo una banda molto ristretta, probabilmente quella più utile per la sopravvivenza come specie, gli animali registrano altre onde e vedono diversamente.

La capacità di distinguere i colori ci è stata infatti fondamentale per la sopravvivenza, perché i colori della natura fornivano ai nostri antenati primitivi un’infinità di informazioni determinanti per la vita: il colore di un frutto indicava se era maturo, il colore della terra se l’acqua era vicina, il colore del cielo indicava l’arrivo di una tempesta e il colore della vegetazione l’avvicinarsi delle stagioni, dal colore della luce si capiva quando era tempo di cercare riparo per la notte. 

Parecchi animali poi cambiano colore quando stanno per attaccare o quando sono in calore oppure quando sono ormai vecchi e deboli: tutte informazioni molto importanti per decidere come comportarsi con loro.

“Vedere” è un po’ come “toccare” ma senza andare così vicino all’oggetto: mediante la vista l’uomo ha saputo distinguere con un certo anticipo, e tenendosi ad una prudente distanza, ciò che era cibo da ciò che era pericolo, ciò che era sicuro da ciò che consigliava una fuga precipitosa.

Oggi abbiamo perso del tutto il senso di questo importante valore informativo dei colori riguardo alla qualità degli oggetti e delle situazioni, perché molti colori sono artificiali e sono ben poche le azioni che compiamo solo in base al colore.

In natura non ci sono colori omogenei: anche un piccolo cespuglio non è “verde” ma di mille verdi diversi quante sono le sue foglie, e poi ci sono le luci e le ombre e i cambiamenti stagionali: verde, giallo, marrone, viola, nero, rosso…. Oltretutto i colori cambiano con il cambiare della luce durante la giornata e si modificano con il passare del tempo.

Il nostro corpo è strutturato per vivere in questa grande varietà di colori. Ma il nostro tipo di sviluppo culturale e industriale ha portato un enorme appiattimento e livellamento dei colori: le nostre città sono uniformemente grigie in confronto ad un bosco; gli oggetti hanno colori artificiali che rimangono uguali nel tempo; le persone oggi sono vestite con tinte che ad un uomo del Rinascimento sarebbero parse adatte solo alle divise di un carcere! 

Sono monocromatici anche gli ambienti: gli uffici hanno le pareti bianche e gli arredi uniformi, di un colore scelto a caso, e luce artificiale fissa. 

Nelle abitazioni private usciamo da anni di minimalismo acromatico. 

Questa limitatezza della gamma dei colori, ma soprattutto la loro omogeneità e invarianza non ci è per niente salutare dal punto di vista del benessere: anche una parete tutta rossa dopo un po’ di tempo al nostro occhio risulta monotona quanto una parete grigia. 

Il monocromatismo stanca l’occhio, annoia la mente e appiattisce le emozioni!

Forse possiamo far poco per cambiare l’uniformità cromatica che caratterizza la nostra cultura, ma almeno in casa nostra e nell’abbigliamento possiamo scegliere i colori che ci fanno bene. Possiamo decidere come dipingere le pareti e arredare le stanze, possiamo scegliere quali colori indossare e di quali colori vogliamo circondarci.

Per cambiare in quattro e quattr’otto il cromatismo di una stanza non occorrono grandi opere: basta un mazzo di fiori, dei cuscini, una stuoia, un poster. Sono piccoli interventi alla portata di tutti, e se vengono scelti con criterio possono essere efficacissimi per creare intorno a noi un ambiente che favorisca il nostro benessere.

I colori sono uno strumento importante per il nostro benessere fisico e psicologico e possiamo imparare tutti a usarli per stare meglio: cosa anche molto divertente. 

Non richiede qualifiche particolari o lunghi studi ed è a “costo zero”: si tratta semplicemente di dedicarci un po’ di attenzione e riusciamo benissimo a capire anche da soli quale effetto ci fa un certo colore e quali sono quelli più adatti a noi! 

PSICO DESIGN | I colori

Se i colori sono un grande alleato del nostro benessere psico-fisico, proviamo a pensare a:

  • Come coloriamo la nostra casa? 
  • In base a che cosa e a quale emozione prediligiamo certi colori? 
  • Possono i colori influenzare il ciclo sonno-veglia?

Se pensiamo alla casa e ai suoi colori, dovremmo pensare ai colori che ci piacciono, non ai colori che sono di tendenza.

Ad esempio, se sono una persona a cui non piace il colore marrone, sono da evitare tutte le tonalità che vanno dal marrone/beige e quello più scuro. Se amo il blu, lo si può utilizzare non solo nei bagni ma anche in altri ambienti alternandolo a colori neutri o a colori anche vivaci e in contrapposizione.

Nella casa i colori dovrebbero seguire un certo equilibrio: pensiamo allo Jin e Jang. 

Gli ambienti caratterizzati dall’azione sono quelli più Jang, come cucina soggiorno e spazio comuni in generale; mentre le camere Jin sono quelle in cui si sperimenta il relax. 

Colori caldi e freddi vanno dosati in modo da adattarsi e seguire le finalità dell’ambiente in cui ci si trova.

Proviamo ad entrare in casa!

Nell’ingresso e negli spazi di passaggio sono sconsigliati i colori scuri, mentre colori chiari, come il giallo, il beige o il bianco aiutano ad illuminare lo spazio. 

In cucina regna l’azione; il rosso richiama il colore del fuoco che predomina, ma il giallo, il verde o il grigio chiaro possono mitigare questa “forza” in favore di un’atmosfera più equilibrata.

In soggiorno tonalità forti come il rosso, giallo e arancione vanno combinate con tinte pastello per favorire l’energia, ma senza esagerare.

Nel bagno predominano tinte pastello che vanno dal verde al blu, adatte anche le tonalità tenui dal grigio al viola o indaco.

Un discorso a parte merita la camera da letto che ospita il momento del riposo: della non azione.

Dormire bene è fondamentale e per questo l’arredamento giusto per la propria camera da letto è essenziale.

Il colore ne è un aspetto importante. Secondo alcune ricerche i colori migliori per un sano riposo sono il blu, il giallo e il verde che garantiscono mediamente quasi otto ore di sonno consecutive. Decisamente più stimolante è il viola che, inducendo una maggiore creatività, fa scendere a sei le ore di riposo, le stesse garantite dal grigio.

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