Convergere significa trovare un’intesa rispetto ad un preciso obiettivo.

Nel panorama contemporaneo creare convergenze è quasi un obbligo naturale, una spinta evolutiva. Viviamo in un presente incerto, fluido, dove valori, gusti sapori e saperi si mescolano e si integrano, a volte si scontrano, in un divenire continuo che ci spinge a guardare oltre.

Pensiamo alle convergenze creative che avvengono tra mondi diversi e apparentemente lontani: come tra scienza e arte, tra tecnologia ed editoria, fra musica e coltivazione, tra biologia e design.

Sulla convinzione che solo le convergenze potranno sostenere questa spinta evolutiva, lo Psico Design poggia la sua pietra miliare, un punto di svolta che unisce la psicologia con il design, con l’arte e con le abitazioni. Psicologia e architettura intesa non solo come costruzione ma come abitare. Abitare è anche vivere emozioni e relazioni tra persone e con l’ambiente casa.

Essere partner vuol dire proprio questo: ciascuno con il suo contributo, con la propria capacità di interpretare il presente, ciascuno con i suoi prodotti, servizi e sistemi. Ognuno con le sue peculiarità, separate ma convergenti perché la somma delle singolarità dà vita a qualcosa di unico, contemporaneo, funzionale e innovativo.

L’affinità elettiva è determinata da un comune approccio alla progettazione intesa non solo come metodologia, ma anche come passione, impegno e attenzione.

Nel caso specifico l’obiettivo è quello di trovare una linea di confine sempre più sottile tra il bello e l’utile, tra estetica e necessità, tra arte e quotidiano, tra industria e artigianato.

Sembra semplice, ma lo è per niente!

Fino a quando si scrivono articoli, si leggono libri, si partecipa a webinar divulgativi tutto pare scorrere liscio, appare addirittura fantastico. Quando poi si tratta di entrare nel concreto, nel reale, nel lavoro quotidiano ecco che gli ostacoli cominciano a palesarsi. Convergere sul piano teorico è una cosa, convergere sul piano pratico operativo è tutt’altra cosa.

Forse si è ancora poco abituati alle convergenze, si ha ancora poca dimestichezza a far confluire saperi diversi in una precisa direzione che non sia quella convenzionalmente intesa. Talvolta il timore di perdere la propria identità di ruolo socialmente riconosciuta può essere talmente forte da evitare di considerare strade alternative. Si è abituati a determinati ruoli e competenze relegate in specifici settori che si fa fatica e considerarle operative in altri campi. Lo psicologo si occupa di psiche, l’architetto si occupa di case. I settori di competenza paiono distinti e lontani ma non è così. Costruire case è anche volgere il pensiero a chi abiterà quelle case. Ecco allora che se un test psicologico non basta per definire una personalità neanche un solo professionista non è sufficiente per costruire o arredare case.

E se lo psicologo si occupasse anche di case, nel senso psicologico, come luogo eletto delle relazioni e dei sentimenti?

Ascoltare questa domanda e tentare di dare una risposta è il primo passo verso le convergenze. Convergenze di saperi che ha come obiettivo comune il benessere dell’essere umano. Benessere che contempla il lato funzionale, estetico, pragmatico, ma anche e soprattutto psicologico.

Provare a pensare che si lavora con persone per quello che hanno da dire e non per chi sono, potrebbe essere un buon punto di partenza per creare convergenze.

Il mondo oggi ha bisogno di ideali più che di idee.

E’ tempo di commistioni, è tempo di sostegno e di integrazione di saperi. Paradossalmente la pandemia ha portato ad un ascolto più empatico, il taglio umano ha avvicinato considerato il trauma che colpiva tutti; forse proprio questa situazione di instabilità di timore per la salute prima che del business, ha permesso al lato umano di farsi vedere accanto alla professionalità.

La posizione di ascolto è assolutamente necessaria: bisogna provare, rischiare, non avere paura di sbagliare e non restare mai fermi.

I cambiamenti spaventano tutti ma percorrendo terreni nuovi si scoprono cose interessanti.

Convergere?

Il futuro ci darà delle risposte.