Vi è un’intima connessione tra voce ed emozioni: una forte emozione può spegnerci la voce in gola e lasciarci senza parole.
Una voce intensa e armoniosa, che si presenta a noi come canto, magari accompagnata dalla musica, può coinvolgerci, talvolta anche commuoverci, fino al punto di far uscire qualche lacrima.
La voce è il principale strumento di comunicazione e interazione fra le persone. Ci rendiamo conto di quanto sia importante e quanto sia naturale utilizzare questo strumento quando ce ne troviamo improvvisamente privi: quando perdiamo la voce, tutto risulta estremamente più complicato.
La storia della Sirenetta, raccontata nella fiaba di Hans Christian Andersen, ne è un esempio: la Sirenetta dopo aver scambiato la sua bellissima voce per un paio di gambe, scopre l’enorme difficoltà di comunicare e di farsi capire dal suo amato principe.
Tutti noi, come la Sirenetta, ci siamo trovati almeno una volta nella vita privi della voce.
Dal punto di vista psicologico, possiamo dire che anche le emozioni hanno bisogno di essere espresse, hanno il loro linguaggio, la loro modalità espressiva, le loro parole. Non sempre noi esprimiamo le nostre emozioni con la comunicazione verbale, ma utilizziamo altre modalità che vanno dalle espressioni corporee, alla postura, al timbro e tonalità di voce, al nostro modo di vestire e di presentarci al mondo.
Anche la nostra casa “parla” delle nostre emozioni; quasi sempre comunica anche ciò che noi non riconosciamo a livello cosciente ma lo veicoliamo attraverso la scelta di oggetti e colori che raccontano come ci sentiamo internamente.
Una casa ordinata, una casa pulita, una casa senza libri, una casa piena di colori, una casa con mobili antichi, una casa con pochi oggetti, una casa buia, una casa piena di luce…e così via, ciascuno comunica lo stato d’animo, i gusti e le tendenze di chi vi abita.
Salta subito all’occhio l’importanza di riconoscere, comprendere e accettare le nostre emozioni; solo riconoscendole possiamo esprimerle; solo accettandole le facciamo nostre fino in fondo e questo si ripercuoterà sulla scelta dei colori della nostra casa.
Non si intende semplificare eccessivamente, affermando che la tristezza è legata a colori cupi, mentre emozioni come la gioia e la serenità si manifestano con colori vivaci e luminosi, ma occorre fermarsi a riflettere su come le nostre scelte siano davvero scelte personali. Qui si parla di consapevolezza del proprio stato d’animo e non di allestire una casa-vetrina; si tratta di riconoscere come il proprio stato d’animo influenzi le nostre scelte o si lasci influenzare da mode o da dettami altrui.